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Garanzia Giovani ... Politica Attiva?
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Garanzia Giovani ... Politica Attiva?
Il Ministero del lavoro e delle politiche attive, nell'annunciare garanzia giovani recitava così: “Il 2014 è l'anno di avvio della Youth Guarantee, programma europeo per favorire l'occupabilità e l'avvicinamento dei giovani al mercato del lavoro.[…] La Raccomandazione del Consiglio dell'Unione Europea del 22 aprile 2013 sull'istituzione di una "Garanzia per i Giovani" invita tutti gli Stati membri ad assicurare ai giovani con meno di 25 anni (30 per l’Italia) un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato, tirocinio o altra misura di formazione, entro 4 mesi dall'uscita dal sistema di istruzione formale o dall'inizio della disoccupazione.”
Nel dettaglio, la comunità europea tra le sue raccomandazioni, esorta un sostegno ai giovani fondato su politiche attive di istruzione, formazione e inserimento nel mondo del lavoro.
Queste politiche attive dovrebbero essere rivolte ai così detti NEET "Not in Education, Employment or Training" … ragazzi che non sono impegnati in una istruzione o una formazione, non sono impegnati nel lavoro o altre attività assimilabili -tirocini o lavori domestici- né li cercano.
Da quello che interpreto nella raccomandazione della comunità europea, 2 sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere:
1) Attivare gli stati membri nell'organizzarsi e mettere a sistema azioni in grado di aumentare l’offerta lavorativa e formativa da proporre ai NEET (utile comunque a tutti!).
2) Attivare i giovani ad uscire dal loro stato di NEET.
Oggi leggiamo e sentiamo commenti sugli attuali risultati di garanzia giovani tipo … “non mi hanno chiamato” … “non c’è offerta” come se il sistema fosse fermo … eppure non è propriamente così.
Molti centri per l’impiego si sono attivati e stanno già svolgendo un lavoro -non evidente al pubblico- per organizzare l’accoglienza ai giovani; nel convocarli per svolgere il primo colloquio d’accoglienza; nel riconvocare coloro che non si sono presentati al primo colloquio e riconvocare quelli che non sono venuti neanche alla seconda convocazione … mail, telefonate, elenchi, gestione aule, accoglienza … gestire 1000 ragazzi con 4 operatori … ragionare su come rendere più accoglienti strutture fatiscenti … cercare, con gli scarsi mezzi, di formare gli operatori per renderli più competenti nell'ambito dell’orientamento … (su questi ultimi elementi, quanto ha investito lo stato?).
In alcuni casi, in attesa di azioni previste dal piano di garanzia giovani, ai ragazzi vengono proposte preselezioni (offerte di lavoro), informazioni di azioni alternative a YG, ed altro … (nel mio centro per l’impiego ad esempio, abbiamo già avviato 2 percorsi collettivi di orientamento al lavoro). Allo stesso memento, questi centri per l’impiego, si stanno attivando anche per interagire con il territorio e “invogliare” le aziende a rendersi parte attiva … mail, telefonale, incontri, gestione assemblee, accoglienza.
Anche alcune agenzie università ed enti privati si stanno attivando con moli di lavoro interno per interagire con YG … tenere sotto controllo costantemente l’emanazione dei bandi da parte delle regioni, leggere e … interpretare i bandi, formulare proposte e presentarle … e ragionare come far meglio fruttare l’attività proposta con l’incentivo a loro spettante.
Anche alcune aziende si stanno attivando per vedere come cogliere l’occasione per assumere giovani con gli incentivi … o personale a basso costo … attraverso alcune forme contrattuali e tirocini. insomma, in questo periodo ci sono molte persone attive nel realizzare il sistema di YG dello stato italiano.
E i giovani? Aspettano!
A parte lo scomodarsi nel registrare da casa due dati on line – plausibile che possa essere stata fatta anche da un genitore – per com'è impostato tutto il sistema, i giovani aspettano.
Aspettano di essere chiamati dai centri per l’impiego, aspettano che gli siano fatte delle proposte, aspettano di essere accompagnati al lavoro (che per un’agenzia rimane più comodo trovarglielo il lavoro, piuttosto che attivarli a trovarselo da soli) … insomma, la politica “attiva” per i giovani è “aspettate che qualcuno vi chiami” … dove è la parte di attivazione dei giovani? Dove è la parte socio-educativa del paese? Aggiungo dove è il ruolo determinante ed educativo dell'orientamento?
Nell'attivare giustamente tutto un sistema composto da centri per l’impiego, scuole, università, agenzie per il lavoro, enti di formazione aziende, ecc., si poteva anche ragionare ad un sistema, dove il giovane si attivasse ad essere “parte attiva” (scusate il gioco di parole) del progetto.
Ad esempio:
Buongiorno NEET, qui c’è un cash di 10.000 euro per te, se riesci ad attivarlo nel mercato del lavoro e nella formazione ed entro 4 mesi e riesci a farti coinvolgere o nella formazione o nel lavoro, quello che avanza è tuo! Questi sono i servizi a tua disposizione per realizzare il tuo progetto: attivati!
Chiaramente è una semplificazione concettuale ma con un buono studio degli addetti ai lavori, anche con misure diverse da quella suggerita da me, dando anche una rilevanza maggiore dell'attuale del ruolo dell'orientamento – volendo si fa ancora in tempo – , penso che questa politica attiva può essere “ancora più attiva”. IMHO.
Nel dettaglio, la comunità europea tra le sue raccomandazioni, esorta un sostegno ai giovani fondato su politiche attive di istruzione, formazione e inserimento nel mondo del lavoro.
Queste politiche attive dovrebbero essere rivolte ai così detti NEET "Not in Education, Employment or Training" … ragazzi che non sono impegnati in una istruzione o una formazione, non sono impegnati nel lavoro o altre attività assimilabili -tirocini o lavori domestici- né li cercano.
Da quello che interpreto nella raccomandazione della comunità europea, 2 sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere:
1) Attivare gli stati membri nell'organizzarsi e mettere a sistema azioni in grado di aumentare l’offerta lavorativa e formativa da proporre ai NEET (utile comunque a tutti!).
2) Attivare i giovani ad uscire dal loro stato di NEET.
Oggi leggiamo e sentiamo commenti sugli attuali risultati di garanzia giovani tipo … “non mi hanno chiamato” … “non c’è offerta” come se il sistema fosse fermo … eppure non è propriamente così.
Molti centri per l’impiego si sono attivati e stanno già svolgendo un lavoro -non evidente al pubblico- per organizzare l’accoglienza ai giovani; nel convocarli per svolgere il primo colloquio d’accoglienza; nel riconvocare coloro che non si sono presentati al primo colloquio e riconvocare quelli che non sono venuti neanche alla seconda convocazione … mail, telefonate, elenchi, gestione aule, accoglienza … gestire 1000 ragazzi con 4 operatori … ragionare su come rendere più accoglienti strutture fatiscenti … cercare, con gli scarsi mezzi, di formare gli operatori per renderli più competenti nell'ambito dell’orientamento … (su questi ultimi elementi, quanto ha investito lo stato?).
In alcuni casi, in attesa di azioni previste dal piano di garanzia giovani, ai ragazzi vengono proposte preselezioni (offerte di lavoro), informazioni di azioni alternative a YG, ed altro … (nel mio centro per l’impiego ad esempio, abbiamo già avviato 2 percorsi collettivi di orientamento al lavoro). Allo stesso memento, questi centri per l’impiego, si stanno attivando anche per interagire con il territorio e “invogliare” le aziende a rendersi parte attiva … mail, telefonale, incontri, gestione assemblee, accoglienza.
Anche alcune agenzie università ed enti privati si stanno attivando con moli di lavoro interno per interagire con YG … tenere sotto controllo costantemente l’emanazione dei bandi da parte delle regioni, leggere e … interpretare i bandi, formulare proposte e presentarle … e ragionare come far meglio fruttare l’attività proposta con l’incentivo a loro spettante.
Anche alcune aziende si stanno attivando per vedere come cogliere l’occasione per assumere giovani con gli incentivi … o personale a basso costo … attraverso alcune forme contrattuali e tirocini. insomma, in questo periodo ci sono molte persone attive nel realizzare il sistema di YG dello stato italiano.
E i giovani? Aspettano!
A parte lo scomodarsi nel registrare da casa due dati on line – plausibile che possa essere stata fatta anche da un genitore – per com'è impostato tutto il sistema, i giovani aspettano.
Aspettano di essere chiamati dai centri per l’impiego, aspettano che gli siano fatte delle proposte, aspettano di essere accompagnati al lavoro (che per un’agenzia rimane più comodo trovarglielo il lavoro, piuttosto che attivarli a trovarselo da soli) … insomma, la politica “attiva” per i giovani è “aspettate che qualcuno vi chiami” … dove è la parte di attivazione dei giovani? Dove è la parte socio-educativa del paese? Aggiungo dove è il ruolo determinante ed educativo dell'orientamento?
Nell'attivare giustamente tutto un sistema composto da centri per l’impiego, scuole, università, agenzie per il lavoro, enti di formazione aziende, ecc., si poteva anche ragionare ad un sistema, dove il giovane si attivasse ad essere “parte attiva” (scusate il gioco di parole) del progetto.
Ad esempio:
Buongiorno NEET, qui c’è un cash di 10.000 euro per te, se riesci ad attivarlo nel mercato del lavoro e nella formazione ed entro 4 mesi e riesci a farti coinvolgere o nella formazione o nel lavoro, quello che avanza è tuo! Questi sono i servizi a tua disposizione per realizzare il tuo progetto: attivati!
Chiaramente è una semplificazione concettuale ma con un buono studio degli addetti ai lavori, anche con misure diverse da quella suggerita da me, dando anche una rilevanza maggiore dell'attuale del ruolo dell'orientamento – volendo si fa ancora in tempo – , penso che questa politica attiva può essere “ancora più attiva”. IMHO.
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